È cambiato il mercato immobiliare residenziale; cerchiamo case più grandi con terrazzi e giardini, anche in zone periferiche. Dopo un anno di home working, ci stiamo organizzando per un rientro in ufficio tre giorni su cinque. La grande corsa agli acquisti online ha trovato una mediazione con un ritorno ai negozi di prossimità. Sono tutti fenomeni che stanno cambiando la forma delle grandi città e determinando nuove dinamiche di crescita. Dopo Milano e New York abbiamo cercato di capire cosa stia accadendo a Londra.
I The London Plan, una vision a venti anni
Il nuovo Piano di Londra è entrato in vigore il 2 marzo 2021 e definisce il quadro strategico generale per lo sviluppo nei prossimi venti anni. Il Piano sostiene il centro di Londra e il mix di destinazioni d'uso che ne fanno il cuore della capitale. Importanti le misure per la tutela degli spazi verdi e aperti, del Tamigi e degli altri corsi d'acqua della città.
Quello per Londra è un piano ambizioso, che annuncia Londra come la città della "buona crescita" (Good Growth), una crescita socialmente ed economicamente inclusiva e sostenibile anche dal punto di vista ambientale. Il programma di sviluppo presuppone una popolazione in aumento, la necessità di più abitazioni, case più convenienti, più spazi per gli uffici, più spazi di co-working e per le industrie creative. Proteggendo la cintura verde, concentra lo sviluppo su grandi aree post-industriali da rigenerare, intorno agli snodi dei trasporti e su siti più piccoli nella periferia di Londra. L’infografica che segue esplicita le linee di sviluppo e le dimensioni in gioco.
The London Plan spiegato attraverso i numeri, Marzo 2021
II High Street for All,
si sperimentano nuovi spazi pubblici
La missione del programma “High Street for Hall” stabilisce un chiaro intento di lavorare con le diverse comunità di Londra per definire nuovi utilizzi, anche sperimentali, delle strade principali e degli spazi pubblici della città. Creare strade e centri urbani rinnovati, inclusivi e resilienti, facilmente raggiungibili da tutti i londinesi; promuovere l'occupazione locale e il lavoro da casa, proteggere gli spazi comunitari e culturali e introdurre nuovi tipi di imprese e organizzazioni civiche; rigenerare spazi pubblici ed edifici sottoutilizzati in ogni distretto entro il 2025, questi alcuni degli obiettivi del programma.
La mission sarà sostenuta dalla aumentata capacità delle autorità locali e delle associazioni del centro città di lavorare con le comunità locali e periferiche, e con il settore privato per pianificare, salvaguardare e definire un mix diversificato di attività e servizi (dalla scuola alla sanità) a disposizione in tutte le aree urbane e facilmente raggiungibili, a breve distanza, dai londinesi.
Vista di Londra e del Canary Wharf
III Centre for Cities, un think tank
per l’economia delle città
Centre for Cities è il principale think tank dedicato al miglioramento delle economie delle più grandi città del Regno Unito L'economia del Paese è guidata dalle città e dai centri urbani più grandi ed è fondamentale, soprattutto in questo passaggio epocale, aiutarle a realizzare il loro potenziale economico.
Centre for Cities sviluppa anche molte ricerche sui possibili esiti delle strategie e dei programmi politici per aiutare i centri urbani e il Governo, ad affrontare le sfide e cogliere le opportunità a sostegno della produttività e dei salari, oltre a rispondere alle nuove richieste di un mondo del lavoro in profonda evoluzione. Gli esiti dell’ultima Survey Cities Outlook 2021, valuta la portata dell'impatto della pandemia sulla vita urbana, sulla promessa del Governo britannico di riequilibrare le dinamiche economiche all’interno del Paese, e le prospettive per il futuro.
Le città e le grandi città, le cui economie avevano bisogno di stabilizzarsi prima della crisi – quali quelle al di fuori del Greater South East – ora devono affrontare il post pandemia, mantenendo un rapporto virtuoso tra la loro centralità e i territori con dinamiche di sviluppo differenti e particolarmente colpiti da questo anno di emergenza sanitaria.
Un negozio chiuso, come molti nella capitale londinese, a seguito del prolungato lockdown
IV Lo dice Arup, Londra
sarà a misura di co-worker
Arup Italia ha promosso una ricerca – Arup’s City Lighting Barometer — sullo stato d’animo dei cittadini di Milano, Londra, Berlino, Parigi, Madrid che hanno vissuto il primo lockdown. Sono state intervistate 5000 persone invitate ad esprimere un giudizio sulla vivibilità dei luoghi nei quali vivevano: molti hanno manifestato il desiderio di cambiare città e, interrogati su come avrebbero voluto fossero le città nella quale abitare, hanno posto l’accento sulle comunità di quartiere, aree verdi accessibili, spazi per il gioco e lo svago, coworking di vicinato. Muoversi a piedi, o in bicicletta, è la modalità preferita di spostamento: influisce positivamente sul benessere personale, sul legame con la propria comunità e sull’inquinamento atmosferico.
A Milano, il 39% degli intervistati ha raccontato che dopo l’esperienza del primo lockdown ha compreso che la propria casa non rispondeva più alle necessità quotidiane e per questo considera di trasferirsi. Con percentuali simili lo stesso sondaggio realizzato a Berlino (30%), Madrid (37%) e Londra (41%) ha confermato la diffusione di questa opinione tra i residenti delle grandi città. Dall’inizio della pandemia si è assistito a una profonda trasformazione: i luoghi in cui si assolvevano le funzioni del mangiare, del riposarsi, del dormire, del vestirsi, sono diventati luoghi d’incontro virtuale, si sono trasformati in uffici (home/smart working), scuole (e-learning), palestre, spazi di approvvigionamento attraverso gli acquisti (e-commerce e delivery a domicilio di prodotti e servizi). La ricerca promossa da Arup ha messo a fuoco i desideri dei cittadini, le utility ritenute necessarie (tra queste, hub delocalizzati per il lavoro, spazi di co-working di prossimità), quello che servirebbe per una vita urbana più gradevole, più salutare, meno stressante. Su cosa realizzare per la prossimità c’è una sostanziale convergenza di vedute tra i progetti di diverse municipalità europee, sul come realizzarla il campo è aperto alle sperimentazioni.
Cuckooz Nest, Londra | Architetto: Whitepaper, Leo Wood | Kinder Design | Foto: Billy Bolton
V Si torna in negozio,
utilizzando meno l’e-commerce
Nel mese di aprile in Gran Bretagna si è assistito al ritorno allo shopping fisico. Secondo i dati diffusi dall’Office for National Statistics, con la riapertura di tutti i punti vendita non essenziali a partire dallo scorso 12 aprile, in Inghilterra e nel Galles, le vendite al dettaglio hanno assistito a un rimbalzo: +9,2% i volumi a livello generale, in miglioramento rispetto al +7,2% dell’ultima rilevazione. Aprile ha registrato un miglioramento anche rispetto al periodo pre-Covid: i volumi di vendita sono stati del 10,6% superiori rispetto a febbraio 2020 e i valori sono cresciuti del 9,9 per cento. A fronte dell’aumento della spesa “fisica”, diminuisce l’utilizzo dell’e-commerce. Un aspetto che ha coinvolto anche lo shopping di moda. Le vendite online di prodotti fashion sono diminuite ad aprile del 6,3% rispetto al mese precedente. Tuttavia, l’online resta il canale che ha registrato, a causa dei prolungati lockdown, una crescita importante anno su anno, pari all’83,6 per cento. A livello complessivo, la percentuale totale di vendite online è scesa al 30,0% nell’aprile 2021, ed era in calo del 34,7% nel precedente mese di marzo.
Una delle strade storiche della Greater London, Chiltern Street
VI Mezzi pubblici e due ruote,
la formula per The Greater London
La capitale britannica sta ultimando il più grande progetto infrastrutturale dal secondo Dopoguerra. Si tratta della Crossrail o Elizabeth Line, una nuova linea metropolitana che parte da Reading e Heathrow, nella zona ovest della città, attraversando l’area centrale per arrivare a est, nelle zone di Shenfield e Abbey Wood e collegando alcune delle zone economicamente più importanti della capitale (Heathrow, West End, City e Business District). Nel suo lungo percorso la linea attraverserà 40 stazioni, di cui 10 di nuova costruzione.
Una volta pienamente operativa (la prima tratta è entrata in funzione a maggio 2017) 200 milioni di persone all’anno utilizzeranno la nuova linea riducendo in modo significativo la congestione nelle linee e nelle stazioni esistenti. Secondo le previsioni del London Plan, nel 2031 la città avrà 1,3 milioni di abitanti in più rispetto ad oggi e 750mila nuovi posti di lavoro, con un aumento della domanda di trasporti pubblici pari al 35%. Una crescita che sarà in larga parte assorbita dalla nuova Elizabeth line.
Altri importanti investimenti pubblici riguardano l’utilizzo delle biciclette. Oltre a diversi servizi di bike sharing, sono state create molte nuove piste che permettono di spostarsi agevolmente per la città. Esistono inoltre incentivi governativi per sostenere l’uso delle due ruote come mezzo di trasporto preferenziale per recarsi in ufficio.
Una mappa costantemente aggiornata consente di pianificare un tragitto interamente ciclabile in tutta la città.
La nuova stazione One Canada Square lungo la Elisabeth Line a Londra