I World Economic Forum:
mai più come prima
Un sondaggio Ipsos per il World Economic Forum, tra 12.500 dipendenti in 29 paesi, ha rilevato che la maggioranza desidera che il lavoro flessibile diventi la norma. E quasi un terzo (30%) ha affermato che prenderebbe in considerazione la ricerca di un altro lavoro se fosse costretto a tornare in ufficio a tempo pieno.
Il sondaggio mette in discussione anche una serie di previsioni sugli effetti negativi del lavoro a distanza. Calo di produzione, fenomeni diffusi di burn-out e un minor coinvolgimento nei processi e progetti aziendali sembrano scongiurati.
Il 64% degli intervistati ha dichiarato di essere più produttivo con un orario di lavoro flessibile e solo un terzo si è lamentato di ritmi di lavoro troppo impegnativi. Sempre un intervistato su tre ha affermato di sentirsi meno coinvolto dalle strategie aziendali lavorando da distanza. Il WEC ha raccontato i dati della ricerca conclusasi la scorsa estate in una video.
IPSOS, Return to Workplace Global Survey, Global Summary
II Verso il vero Smart Working
“Quello che accadrà nei prossimi mesi”, dichiara Mariano Corso, responsabile scientifico dell'Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano sulle pagine del quotidiano La Repubblica, “per la maggior parte dei lavoratori, sarà un passaggio a uno smart working vero, un'alternanza tra lavoro in presenza e da casa. Varrà per almeno il 60% di coloro che attualmente sono in una situazione che definiamo di lavoro agile, anche se in modo improprio”. In Italia ci sono 5 milioni di lavoratori su 18 milioni di dipendenti che lavorano in questa primigenia forma di smart working forzato e semplificato, molti di loro stanno operando al 100 per cento da remoto o con dei rientri parziali. A regime, le policy dovrebbero assestarsi in media attorno ai 2,5 giorni a settimana, per la metà del tempo ci sarà la possibilità di lavorare da casa. Queste le previsioni dell’Osservatorio del Politecnico che il prossimo 3 novembre presenterà i nuovi dati. Tra gli obiettivi della ricerca ci sono la comprensione dell’evoluzione delle esperienze in ufficio – quali sono e come cambiano le attività che vengono svolte attraverso il ripensamento di ambienti e di tecnologie integrate negli spazi – e l’identificazione delle opportunità per le organizzazioni derivanti da nuovi modelli di spazi di lavoro, oltre all’impatto dello Smart Working sul territorio.
III Come migliorare l’Employee Experience
Tutte le ricerche sul ritorno in ufficio confermano che una parte significativa di lavoratori, se costretti a tornare completamente in presenza, potrebbe pensare di cambiare azienda. Sul tema ci viene in aiuto lo studio L’Eccellenza nella Employee Experience’, condotto da KPMG in collaborazione con Great Place To Work®, che si è posto l’obiettivo di raccogliere i feedback di un campione di lavoratori dipendenti italiani sulla loro Employee Experience (EX). Trattenere ed attirare i talenti è diventata infatti la principale sfida delle aziende, confermando la rilevanza e centralità delle persone per sostenere la continuità e la crescita del business in un contesto che, anche nei prossimi anni, rimarrà in evoluzione. I risultati dello studio testimoniano come le aziende si stiano muovendo verso politiche che mettono al centro le persone e la loro esperienza di lavoratori. Alle pagine 29 e 30 della ricerca si affronta il tema degli Activity-Based Workplace, ambienti di lavoro flessibili in cui le persone hanno a disposizione una scelta di spazi a supporto dell’ampia varietà di attività da svolgere durante la giornata lavorativa. Le decisioni sul workspace e sull’ambiente lavorativo sono centrali per il disegno di una Employee Value Proposition distintiva. Il ridisegno della strategia del workspace rappresenta un concetto realmente importante per le aziende che si prefiggono l’obiettivo di massimizzare l’esperienza del lavoro.
Hana Coworking, Dallas, USA
IV La trasformazione è ibrida
Le migliori aziende per cui lavorare in Europa? Secondo la classifica Europe Best Workplace di Great Place to Work® la vincitrice è la società di trasporti Dhl, seguita da Abbvie, biotecnologie e prodotti farmaceutici e Cisco, telecomunicazioni. “In questo periodo così difficile è molto importante che il proprio ambiente di lavoro sia salutare dal punto di vista psico-emotivo, che siano rese disponibili le risorse e gli strumenti necessari per svolgere il proprio lavoro, che il management sia aperto a un dialogo franco e sincero e che abbia una visione chiara del percorso intrapreso dall’organizzazione e di come affrontarlo”, racconta Giulia Castaldini, List Manager della società di consulenza organizzativa in ambito HR, leader nello studio e analisi del clima aziendale.
Ma la vera sfida sarà la gestione del lavoro da remoto. Il report co-realizzato da Great Place to Work® e The Economist si concentra proprio sul tema dell’anno: la gestione degli spazi di lavoro verso una trasformazione ibrida. Le lezioni apprese su employee-productivity e well-being caratterizzeranno le politiche degli anni a venire nei quali alcune persone continueranno a lavorare da remoto mentre altri non lo potranno fare, e altri ancora lavoreranno in modo ibrido. Sarà proprio la gestione di team remoti e ibridi a spingere il mondo del lavoro, e i suoi spazi, verso nuovi scenari.
Copernico Zuretti, Milano
V PWC apre gli Hub territoriali
Nell’area dell’ex C.G.S. di Monza, vicino a Milano, coinvolta da un importante progetto di riqualificazione urbana, ha aperto il primo Hub territoriale di PWC. Il nuovo format risponde all’esigenza di presidiare un territorio strategico del tessuto economico-produttivo lombardo, con un’attenzione alla qualità della vita delle persone del marchio leader nella consulenza, limitando l’impatto ambientale dovuto allo spostamento verso la sede di Milano. L’Hub è stato progettato come uno spazio polifunzionale di oltre 800 metri quadrati al servizio dei clienti e delle persone di PWC, con 84 postazioni, salottini per riunioni e un innovativo Experience Centre per la realizzazione di progetti speciali e conferenze. L’Area Client si compone di spazi ad uso accoglienza e di collaborazione: tavoli e soft seating in open space per piccoli meeting informali e salottini chiusi con box vetrati insonorizzati per video conference e riunioni più riservate. Nell’area è presente anche un food point, una area per piccole pause e rinfreschi organizzati. Adiacente all’Area Client è stata posizionata la grande sala riconfigurabile: la zona Experience, utilizzabile in più modalità, divisa in tre spazi per meeting simultanei differenti, grazie alle due grandi tende su guide con tessuto fonoassorbente, con la possibilità di essere riorganizzata rapidamente in un’unica grande sala per conferenze. Anche gli arredi interni possono essere riadattati a più ipotesi di layout e velocemente, in base alle esigenze del momento. Un altro luogo centrale per le attività per la società di consulenza è lo spazio Arena, una sala meeting composta da un arredo a gradoni a formare un anfiteatro, che consente di organizzare meeting informali, corsi di aggiornamento e speech ex cathedra.
Copernico Zuretti, Milano