20 febbraio 2022
Foto: Ryoji Iwata
A causa del cambiamento climatico, da qui al 2050 assisteremo a una migrazione di massa. Quali aree verranno abbandonate e dove si concentreranno li esseri umani? Quali saranno i prossimi sviluppi urbani e infrastrutturali? Domande su cui si interroga Parag Khanna, nominato una delle 75 persone più influenti del XXI secolo da Esquire e presente nella “Smart List” di Wired.
Khanna è fondatore e managing partner di FutureMap, una società di consulenza strategica globale con sede a Singapore, che sviluppa scenari per governi e società private. Nel suo ultimo libro “Move. How mass migration will reshape the world – and what it means for you” esplora il futuro prossimo in base al tema della migrazione. Correlando geografie e mappe finora scollegate e disallineate. Gli chiediamo di spiegarci gli effetti della migrazione sullo sviluppo delle città e di condividere qualche scenario possibile , in ambito architettonico e lavorativo.
Parag Khanna, foto Arenda Ooman
D In “Move”, parla di 4 geografie – Naturale e ambientale; Geopolitica; Funzionale; Umana – descrivendole correlate ma disallineate. Può portarci un esempio?
R Prendiamo la questione della produzione mondiale di cibo. A causa del cambiamento climatico, la geografia della produzione alimentare si sta spostando verso nord, pertanto, paesi come Canada e Russia stanno diventando tra i maggiori produttori di cibo di tutto il mondo. Ma le loro infrastrutture – le attrezzature agricole per la lavorazione meccanizzata del cibo o le strade e le ferrovie per il trasporto – non rispecchiano questo sviluppo, pertanto si crea un flusso interrotto nella distribuzione mondiale del cibo, con un effetto diretto sul piano economico. È quindi fondamentale diversificare ed estendere in tutto il mondo la geografia della produzione alimentare, correggendo questo disallineamento, anche per far fronte all'accelerazione del cambiamento climatico in atto.
Un altro esempio è la distribuzione demografica: la disparità nella distribuzione della popolazione anziana e giovane, unitamente alla distribuzione del lavoro e dei servizi. Uno squilibrio da correggere, che dovrebbe prevedere la migrazione di persone verso le risorse e viceversa. Non si tratta di strategie a livello governativo ma di sfide universali, che riguardano le dinamiche tra settori pubblico e privato.
[Leggi anche il futurologo Matthias Horx - Blautopia - Quando la rinascita è blu]
L'attuale popolazione umana è poco meno di otto miliardi. Quasi cinque miliardi di persone risiedono in Asia, un miliardo in Africa, 750 milioni in Europa, 600 milioni in Nord America e 425 milioni in Sud America. (Brookings Institution, Fondo Monetario Internazionale, Terra Naturale)
D Che cosa si intende per disallineamento geografico in ambito architettonico o urbano?
R Le città costiere, soprattutto in Asia dove vi abita un'enorme percentuale della popolazione, come Giacarta, Hong Kong o Manila, sono minacciate dall'innalzamento del livello del mare. Per farvi fronte si dovrebbe favorire una città resiliente, capace di adattarsi al cambiamento climatico. Purtroppo però gli investimenti nel settore immobiliare, anziché spingere verso insediamenti più nell'entroterra con nuove infrastrutture, vertono su quelle esistenti e sulle medesime torri e grattacieli.
Per quanto riguarda gli immobili, il real estate dovrebbe iniziare a investire in “immobili mobili”. Si pensa al settore immobiliare come a qualcosa di fisso nel proprio luogo, agli edifici come qualcosa in cemento radicato nel terreno, ma in realtà dovremmo guardare oltre e focalizzarci sulla qualità di servizi e funzioni. Per esempio, su tipologie di alloggi mobili, modulari, realizzati con materiali alternativi, stampati in 3D con materiali riciclati e sostenibili e spostabili su un camion. Non è fantascienza: i Governi olandese, francese e britannico sono in prima linea in questa ricerca. E ci sono società tedesche e finlandesi che già propongono soluzioni. L'Europa sembra all'avanguardia in queste tecnologie.
[Leggi anche “Demografiche e inclusive. Le città a prova di futuro”].
Gli arcipelaghi urbani rappresentano una quota crescente delle economie nazionali. Mosca, San Paolo, Lagos e Johannesburg sono rappresentative di mercati in crescita in cui una città domina il panorama economico. (Creato dal laboratorio di cartografia dell'Università del Wisconsin-Madison)
D Quale scenario per l'ambito lavorativo?
R Nonostante si stia tornando in ufficio, non sarà un ritorno completo. La pandemia ha portato un cambiamento irreversibile. Ci sarà un eccesso di offerta nel mercato immobiliare rispetto alla domanda, che potrebbe riportarsi in equilibrio se soddisfasse la domanda di altri tipi di spazii come alloggi pubblici o alloggi per studenti a prezzi più accessibili. Il settore immobiliare deve tararsi su una scala più socioeconomica che economica assoluta. Il cambiamento della domanda nel real estate è portato anche dalla trasformazione industriale in corso. E’ fatale che gli edifici diventino sempre più multifunzionali e multi-asset per uno sviluppo a uso misto, anche nella proprietà.
[Leggi anche l'intervista a Giorgio Donà, Stefano Boeri Interiors e a Despina Katsikakis, Head of occupier business performance in Cushman & Wakefield].
Foto: Howard Bouchevereau
D Parliamo di flussi migratori. Può spiegarci, approssimativamente, i nuovi modelli migratori su base culturale e geopolitica? Quali scenari vede nel futuro delle città?
R A livello globale, registro lo spostamento delle persone da sud a nord, dalle zone costiere a quelle interne, verso una maggiore ricchezza. Le città che si trovano in aree resilienti ai cambiamenti climatici saranno quelle che guideranno il cambiamento, che cresceranno. Potrebbe essere il caso di Calgary o Toronto in Canada ma anche città nell'Inghilterra centrale o settentrionale. Potrebbe essere anche Mosca o Berlino. Credo però che le città, nonostante le mancanze evidenziate durante la pandemia, saranno sempre i luoghi vincenti. Ma il prerequisito è appunto la resilienza: città resilienti al clima, tecnologicamente connesse e con le infrastrutture adeguate, accessibili economicamente, con strutture sanitarie e, in senso lato, con una buona igiene. Detroit nel Michigan è una città resiliente al clima, tuttavia non è attrattiva perché soffre ancora degli effetti della deindustrializzazione. Manca una cultura liberale e una politica che sappia accogliere l'innovazione. Le città, quindi, dovranno essere innovatrici dinamiche e attrattive per i giovani.
La maggior parte della migrazione avviene all'interno di regioni o tra regioni adiacenti. Il più grande stock migratorio è tra le ex repubbliche sovietiche, seguite dalla popolazione dell'Asia meridionale nei paesi del Golfo. (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, McKinsey & Co., OCSE, Nazioni Unite, Banca Mondiale)
D Dopo “Move” a che cosa si sta dedicando?
R Sto lavorando su un algoritmo chiamato Climate Alpha, una piattaforma tecnologica, ovvero un software, che aiuterà a classificare le prestazioni future degli asset immobiliari in base ai diversi scenari di cambiamento climatico. È una start-up privata, il cui algoritmo è già funzionante.
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