Continua lo sguardo sulle metropoli del mondo: su Tokyo e sulla sua nuova normalità. Dove il Governo nipponico sta mettendo in atto politiche che incentivano lo smart working e il lavoro a distanza, per ridurre gli spostamenti e il traffico nella città più popolosa al mondo, che conta circa 37 milioni di abitanti. Una spinta al cambiamento che fa i conti con una cultura molto legata alle tradizioni, e una vocazione all'innovazione che ha sempre fatto di questo Paese un riferimento nei settori dell'informatica e della digitalizzazione. Nuove forme di organizzazione del lavoro, più smart, potrebbero essere una delle chiavi strategiche per guidare il cambiamento.
L'affollato incroci di Shibuya
I Una città da 37 milioni di abitanti
Cambiare il modello di vita in una città è fondamentale, dato che le previsioni ci dicono che entro il 2050 i due terzi della popolazione mondiale abiteranno nelle metropoli, una tendenza trainata principalmente da tre Paesi – Cina e Nigeria, India – con Delhi che a partire dal 2028 diventerà la metropoli più abitata al mondo. Il primato spetta all’area metropolitana di Tokyo, capitale del Giappone, che ha 37 milioni di abitanti. È quanto emergeva dal dossier dell’Onu Onu World Urbanization Prospects prima della pandemia.
La progressiva urbanizzazione, secondo John Wilmoth, direttore della Onu Population Divison, è da considerarsi un fattore positivo sia a livello economico che di qualità della vita. "La crescente concentrazione di persone nelle città – confermava Wilmoth in occasione dell’outlook della ricerca – permette di fornire servizi con modalità più sostenibili". I cittadini, rispetto a coloro che vivono in zone rurali,hanno un migliore accesso all'assistenza sanitaria e all'istruzione". La concentrazione della popolazione in un grande centro abitato può aiutare a "minimizzare l’impatto ambientale sul pianeta", purché le amministrazioni sviluppino politiche e pratiche per prepararsi all'ingente afflusso di persone. E la crisi sanitaria ha suggerito un modello che premia prossimità, un minore pendolarismo e una mobilità più lenta.
Lavoro e vita privata, un nuovo equilibrio attraverso la settimana corta, © Marco Covi
II La settimana corta,
con meno traffico e lavoro a distanza
Il governo giapponese ha deciso di incoraggiare le aziende del Paese a lasciar decidere ai propri dipendenti se lavorare 4 o 5 giorni alla settimana, puntando a creare un migliore equilibrio tra impiego e vita privata. La novità è stata inserita nelle linee guida del Piano economico annuale e punta sia a migliorare il tasso di produttività, fornendo l'opportunità ai dipendenti di aggiornare le proprie competenze professionali, sia a garantire maggior tempo libero per le responsabilità familiari, oltre ad un contenimento del traffico veicolare. In base a un'indagine dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse), pur lavorando in media meno ore di nazioni come l'Italia, l'Australia e il Canada, i dipendenti giapponesi utilizzano un minor numero di giorni vacanze durante l'anno, con un livello di flessibilità aziendale e di efficienza che rimane molto più basso. Il governo ha allo studio un sistema in cui sarà il lavoratore a decidere il piano che più è conforme alle sue aspettative, rispetto alle esigenze dell'azienda.
Alcune autorizzazioni vengono confermate dalla timbratura mediante Hanko, ma si stanno rapidamente digitalizzando
III Smart working…è un tema culturale
A Tokyo, dove i lavoratori rimangono in ufficio sino a tarda sera, modificare la routine imposta dai datori di lavoro non è facile. A luglio il ministro dell’economia Yasutoshi Nishimura aveva chiesto alle aziende di consentire al 70% dei propri dipendenti di passare al telelavoro e di incoraggiare il pendolarismo scaglionato per fasce orarie, facendo in modo che i dipendenti si astenessero dal cenare insieme in grandi gruppi. Ma il paese continua a confrontarsi con usanze che frenano nuove forme di organizzazione. Ad esempio, l’utilizzo dei tradizionali timbri Hanko, necessari per convalidare diversi documenti ufficiali, dai contratti alle ricette mediche, obbliga alla permanenza alla scrivania. Se il legame all’ufficio sarà allentato, come richiedono le politiche di contenimento della diffusione pandemica, e come vorrebbe la maggior parte dei lavoratori la cultura del lavoro in Giappone è destinata a cambiare le abitudini dell’intero Paese. Secondo un sondaggio del Japan Productivity Center, oltre il 60% delle persone intervistate desidera infatti continuare a lavorare da casa dopo che la pandemia si sarà attenuata.
Vista della città dalla Tokyo Tower
IV Hotel e co-working, tra lavoro e divertimento
Anche in Giappone si sperimentano nuove modalità di lavoro da luoghi inconsueti e il settore alberghiero è stato tra i primi a rispondere alle nuove esigenze,oltre ai co-working che hanno riorganizzato spazi e attività. The Prince Park Tower Tokyo include nel plan Family City Workation - 33 hours Stay una notte di soggiorno con check in alle 9 e check out alle 18 del giorno seguente – da qui le 33 ore del nome. Si dorme nella Park Suite e si può utilizzare la Twin Deluxe come ufficio separato. Al termine delle ore lavorative si può accedere alla Tokyo Tower, una delle architetture più note della città, con la possibilità di godersi un brunch presso il Prince Shiba Park, che si trova all’interno dello stesso hotel. Anche l’Odakyu Hotel Century Southern Tower durante i giorni feriali dà accesso a chi voglia lavorare a distanza nel counter del Southern Tower Dining, con vista su uno dei più begli skyline di tutta la città. Tre ore di permanenza massima, da prenotare nella fascia oraria tra le 10 e le 16, snack dello chef, free drink per conciliare il lavoro. E per i più itineranti la proposta di .andwork dove, si può fare una iscrizione mensile diventando membri e utilizzare le sette diverse location sparse per tutto il Giappone, due di queste a Tokyo: una nel sorprendente quartiere di Shibuya, l’altro nella zona di Azabu-Juban. Una catena di spazi di lavoro dallo spirito informale che promuove creatività e incontri, mentre si gioca a biliardo o si beve un drink.
La proposta di mini Pod residenziali per spazi di lavoro tranquilli
V Nuovi uffici casalinghi, naturalmente mini
Il design risponde alle nuove necessità del telelavoro con una soluzione per gli spazi molto ridotti delle case nipponiche: Hanare Zen è un mini ufficio lungo 1, 80 metri per 91 centimetri di larghezza, dotato di connessione, prese elettriche, una postazione e un piccolo spazio per l’archiviazione. Nelle intenzioni della società che li ha sviluppati vi è necessità di rispondere ai molti lavoratori agili in cerca di un luogo riparato e silenzioso nel quale svolgere la propria attività professionale, estraniandosi dal resto della famiglia, che solitamente vive in un appartamento di piccola metratura.
Può essere costruito in adiacenza alle abitazioni esistenti o su un balcone; tutte caratteristiche racchiuse nel nome scelto per questa mini unità prefabbricata: “Hanare” significa separare e “Zen” va inteso nella accezione di trovare uno spazio di meditazione, di pace.
Nomadismo lavorativo su quattro ruote, la visionaria proposta di Nissan
VI Per lavoratori nomadici uno spazio “mobile”
In occasione dell'edizione virtuale del Tokyo Auto Show, Nissan ha presentato una sua proposta per chi voglia lavorare in mobilità. Forse un po’ estrema, ma sicuramente inusuale e interessante. NV350 Office Pod Concept è la rivisitazione dell’omonima serie commerciale, modificata nella carrozzeria con pannelli ad effetto tridimensionale che ricordano i fronti di molti edifici della contemporaneità. Nissan ha aggiunto nel volume interno del furgone una 'cellula' – o Pod – che può muoversi su un sistema di binari.
Lo spazio ufficio può “sporgere” dalla zona posteriore del veicolo, diventando una sorta di aggetto che si affaccerà di volta in volta sul panorama preferito o su un meno rilassante spazio in adiacenza agli uffici. Il veicolo conferma un costante riferimento alla natura e alla voglia di vivere e lavorare outdoor. Il pavimento è uno schermo che visualizza immagini di acqua o altri elementi del paesaggio, e anche il portapacchi sul tetto – dotato di lettino e ombrellone – di evadere dalla routine delle video call e godersi una tazza di caffè preparata con la macchina in dotazione già presente nell’inusuale furgone per lavoratori nomadici.