Design Stories

Un viaggio nel colore

17 June 2021
A Color Journey

Introduzione

In Arper il colore esprime molto di più della scelta di una finitura – è parte integrante del design di un prodotto. Insieme all'intuizione, all'equilibrio, alla luce e al gioco, il colore si è evoluto fino a diventare uno dei nostri valori fondamentali. Negli anni abbiamo collaborato con progettisti e designer che hanno portato nel nostro mondo la loro sensibilità per il colore, con idee e i progetti che hanno contribuito a plasmare il nostro modo unico di concepire il colore e di utilizzarlo.

Il colore e il suo contesto

 

Il colore non è statico. Non agisce da solo, come un elemento isolato da un contesto. Il colore è tanto un riflesso della nostra percezione – culturale, storica e fisica – quanto una specifica sfumatura.

 

Il colore è lo specchio del gusto di un’epoca, un gusto in continua evoluzione. Il modernismo sembrava quasi temere i colori vivaci, nella convinzione che cubi bianchi, vestiti neri e palette "neutre" fossero indice di eleganza. Nel passato (e forse ancora oggi) i colori accesi sono stati percepiti come elementi frivoli, puramente ornamentali. Ma i gusti cambiano. Lo stesso colore, considerato fresco e brioso in un momento storico, potrebbe essere considerato inespressivo in un'altra epoca. Oppure, un colore che denota tranquillità in un contesto culturale potrebbe rappresentare emozioni negative in un altro. Il colore in sé non cambia, ma la nostra percezione sì.

 

Così come la cultura e i tempi influenzano la percezione che abbiamo dei colori, allo stesso modo ciascun colore interagisce con la personalità di ogni oggetto – con il suo materiale, la sua forma, la sua dimensione, la sua composizione – e con le caratteristiche del suo ambiente, in continuo mutamento. La lucentezza della seta, la profondità del velluto, la brillantezza dello smalto o la polvere opaca del pigmento: il colore può essere lo stesso, ma l’effetto sarà sempre diverso.

 

E soprattutto: un colore di per sé non ha consistenza. Non può esprimersi da solo, indipendentemente dalla materia, dai colori circostanti e dai significati storici e culturali che porta con sé. Come in un brano musicale, è una combinazione di sfumature che crea un'atmosfera. Il colore in sé si esprime sempre allo stesso modo.

 

"Noi designer cerchiamo di dare una forma a qualcosa che è già nell'aria – un desiderio, uno stato d'animo, una vaga intenzione collettiva – ma che non ha ancora trovato espressione. Riconosciamo quelle tendenze e le traduciamo in una forma, passando per colori, materiali, struttura e composizione. Nella creazione siamo in dialogo costante con le persone che ci circondano: il modo in cui esprimiamo i nostri valori e le nostre idee e reagiamo al mondo in cui viviamo plasma il nostro ambiente e noi siamo a nostra volta plasmati dall’ambiente. In sostanza siamo tutti parte di un grande sistema collettivo, in cui ognuno pensa e sente insieme agli altri". — Jeannette Altherr

Colore e Design

2000 quando Catifa è stata lanciata2000 quando Catifa è stata lanciata
2000 quando Catifa è stata lanciata

A partire dal progetto Catifa, nel 2000, Arper ha iniziato a pensare al colore in modo nuovo. Nella sedia firmata Lievore Altherr Molina, oggi ormai icona, il colore non era semplice finitura, ma vero e proprio elemento progettuale. La scocca bicolore di Catifa è stata realizzata mediante stampaggio a bi-iniezione, una tecnologia nuova per l’epoca, che permette di combinare due colori durante il processo produttivo.

2000 quando Catifa è stata lanciata2000 quando Catifa è stata lanciata
2000 quando Catifa è stata lanciata

"La produzione bicolore crea un'unica identità visiva tra tavoli e sedie", ha commentato Jeannette Altherr di Lievore Altherr Molina. "Disposte attorno a un semplice tavolo, le sedie bianche creano un ambiente uniforme progettato per la conversazione e lo scambio. È come se il guscio esterno, di colore diverso, sostenesse la collaborazione, proteggesse la comunicazione che avviene all’interno."

Foto: Gerhardt Kellermann | Illustrazione Catifa: Katrin CoetzerFoto: Gerhardt Kellermann | Illustrazione Catifa: Katrin Coetzer
Foto: Gerhardt Kellermann | Illustrazione Catifa: Katrin Coetzer

I colori della prima collezione Catifa sono stati pensati per portare dinamismo in un progetto di interior design. Un dinamismo evidente anche nel gioco delle texture: la parte esterna lucida si accoppia con la parte interna, leggermente ruvida e opaca, di modo che anche una scocca completamente bianca sia riconducibile al resto della collezione, grazie a lievi variazioni di colore generate da superfici diverse.

Swiss Museum of Transport, © Marco CoviSwiss Museum of Transport, © Marco Covi
Swiss Museum of Transport, © Marco Covi

“Nelle composizioni lineari, le sedie bicolore creano un doppio effetto: viste frontalmente, le file trasmettono regolarità e chiarezza, come se si posassero su un lenzuolo appena lavato. Da dietro, gli schienali colorati creano una superficie vibrante e sfaccettata, che cattura l'occhio e l'immaginazione.” — Jeannette Altherr

2016 Catifa New Edition: Dall'ispirazione alle foto concettuali colore © Dominik Tarabanski moodboards | photo © Salva Lopez / Lievore Altherr Molina2016 Catifa New Edition: Dall'ispirazione alle foto concettuali colore © Dominik Tarabanski moodboards | photo © Salva Lopez / Lievore Altherr Molina
2016 Catifa New Edition: Dall'ispirazione alle foto concettuali colore © Dominik Tarabanski moodboards | photo © Salva Lopez / Lievore Altherr Molina

L'aggiunta di nuove collezioni alla famiglia Catifa ha reso evidente quanto il colore può definire la personalità di un prodotto. Nel 2016 Arper ha esaltato infatti la forza senza tempo della famiglia Catifa portando le personalizzazioni bicolore a un nuovo livello di accuratezza e contrasto. La designer Jeannette Altherr ha scelto una palette e una texture diversa per ogni collezione, con l’obbiettivo di dare risalto alle caratteristiche che la rendono unica: le differenze nelle dimensioni e nelle proporzioni si si sono tradotte in movimenti diversi per ogni versione.

2016 Catifa New Edition: Unità nella diversità | Foto @ Scheltens Abbenes2016 Catifa New Edition: Unità nella diversità | Foto @ Scheltens Abbenes
2016 Catifa New Edition: Unità nella diversità | Foto @ Scheltens Abbenes

Catifa 46 è stata lanciata nei suoi colori freschi e giocosi, mentre Catifa 53 è stata arricchita di toni caldi e rivestimenti in pelle, per uno stile elegante e raffinato, più orientato al comfort.

© Mikkel Rahr Mortensen, Gitte Kjær© Mikkel Rahr Mortensen, Gitte Kjær
© Mikkel Rahr Mortensen, Gitte Kjær

Colore e Spazio

2016 Collezione Paravan Studio sul Colore2016 Collezione Paravan Studio sul Colore
2016 Collezione Paravan Studio sul Colore

Il colore in architettura è avvolgente tanto quanto il colore in natura: basta immaginare il blu profondo del mare su un'isola greca, le innumerevoli sfumature di arancio, rosso e giallo di un bosco autunnale, o i toni rossastri della terra di Siena. In questi contesti possiamo immergerci completamente nel colore, al punto che può incidere in profondità sul nostro stato d’animo.

 

Nelle collezioni modulari di Arper che definiscono lo spazio – come i pannelli Paravan progettati da Lievore Altherr nel 2018 – il colore viene pensato con un approccio più vicino all'immersività dell'architettura, piuttosto che a quello tipicamente applicato a un oggetto d’arredo.

2016 Lancio della collezione Paravan2016 Lancio della collezione Paravan
2016 Lancio della collezione Paravan

"Il colore è tonalità, superficie e relazione con la forma - ma è anche dimensione, rapporto con la luce e con un contesto architettonico" spiega Jeannette Altherr. “Può sembrare facile scegliere un colore, ma è molto più difficile combinarlo con l’arredamento e gli elementi che compongono l'architettura. Ad esempio, ciò che funziona su piccola scala – come una sedia – potrebbe risultare eccessivo se applicato su una parete ".

 

Mentre in Paravan è avvolgente, il colore può anche essere utilizzato come strumento di organizzazione dello spazio – un confine per definire l'architettura di una stanza. Con le configurazioni di Kiik disegnate dallo Studio Iwasaki o il divano modulare Loop, progettato da Lievore Altherr Molina, il colore non è usato per riempire un’area, ma più come una linea d'orizzonte – un orientamento per definire la struttura dello spazio.

© Marco Covi© Marco Covi
© Marco Covi

Queste applicazioni del colore su vasta scala hanno il potere di caratterizzare profondamente il nostro ambiente e, di riflesso, il modo in cui ci sentiamo. Questi spazi sono progettati mettendo al centro l’essere umano, supportando i suoi bisogni in modo intuitivo con materiali e forme che fanno stare bene e configurazioni che risvegliano i sensi. Sono ambienti che hanno il potere di riunirci e metterci a nostro agio. Per dar vita a tutto questo, il colore è fondamentale.

 

“L'architettura è stata una grande fonte di ispirazione. Anni fa, abbiamo avuto la fortuna di visitare le case di Luis Barragán, a Città del Messico. Siamo rimasti colpiti dalla forza emotiva del colore utilizzato per le pareti - colori davvero insoliti come il rosa, il giallo, il rosso acceso, il blu. Incredibilmente, non erano percepiti come artificiali, ma come naturali, grazie alla consistenza superficiale delle pareti. Il tessuto – il materiale principale per una piccola architettura come Paravan – può offrire la stessa sensazione materica: può essere strutturato, ricco, caldo." —Jeannette Altherr

Colore ed Emozione

Da una intervista sul colore con Dominik TarabanskiDa una intervista sul colore con Dominik Tarabanski
Da una intervista sul colore con Dominik Tarabanski

Il colore è emozione che si manifesta. Non solo dà personalità a un oggetto, ma ha una personalità tutta sua. Quando pensiamo al rosa o al blu gli associamo significati – e anche emozioni. Comprendiamo così profondamente il legame tra colore ed emozione che, a volte, il colore può perfino rappresentare un'emozione – ci basti pensare al malinconico "periodo blu" di Picasso o quando diciamo di guardare al mondo attraverso le “lenti rosa” dell’ottimismo. È facile collegare colori ed emozioni usando le parole perché è altrettanto facile che a contatto con un colore ci sentiamo in un certo modo.

 

Arper ha sempre considerato la relazione tra colore ed emozione come uno dei valori fondamentali del suo design, creando per ogni collezione una palette che dialogasse al meglio con forma e materiale, tenendo presente anche l’impatto sul nostro sentire e l’adattabilità a diversi contesti progettuali. Riconoscendo nel colore uno dei valori fondamentali dei nostri progetti, abbiamo avviato una ricerca su questo tema, insieme a professionisti in ambiti diversi.

 

Il fotografo Dominik Tarabanski nel suo lavoro indaga la connessione emotiva con il colore. "Alla fine, ciò che conta è l'azione che il colore esercita su di noi, che cosa fa", ci ha detto Dominik. "Se stiamo guardando un dipinto, un oggetto o una sedia, che impatto ha su di noi il suo colore? Funziona o no? Ci trasmette qualcosa, dà forma all’idea di ciò che stiamo guardando? Non è mia intenzione riscoprire il colore, ma invitare le persone a prestargli maggiore attenzione.”

Da una intervista con Ingrid Fetell Lee sull'estetica della GioiaDa una intervista con Ingrid Fetell Lee sull'estetica della Gioia
Da una intervista con Ingrid Fetell Lee sull'estetica della Gioia

La scrittrice e designer Ingrid Fetell Lee si fa guidare da un obbiettivo simile nel suo lavoro, quando chiede al suo pubblico di prendere più consapevolezza dell’influenza che esercita su di noi l'ambiente. È stata la prima direttrice di progettazione di IDEO e il suo lavoro indaga il modo in cui l'estetica influenza le nostre emozioni. "Il tono emotivo condiziona molte delle cose che facciamo", spiega. "Se l’estetica riesce davvero a portare più gioia, diventiamo più affettuosi, più aperti, più collaborativi, creativi, disponibili. Quindi, come possiamo usare i nostri spazi per supportarci e ottenere il meglio da noi stessi? ”

Da una intervista con Ingrid Fetell Lee sull'estetica della GioiaDa una intervista con Ingrid Fetell Lee sull'estetica della Gioia
Da una intervista con Ingrid Fetell Lee sull'estetica della Gioia

Tarabanski e Lee, insieme a molti altri collaboratori, hanno approfondito la nostra indagine sulla relazione tra colore ed emozione - come i nostri ambienti influenzano il nostro sentire e come il design può contribuire a questo dialogo.

 

“Io osservo ciò che spesso viene considerato fonte di gioia: colori brillanti e forme rotonde (hula-hoop, giostre, fiori). Puoi guardare una scena o un oggetto e analizzarlo: perché questo mi fa sentire in questo modo? Quale innato stimolo di gioia si sta attivando da qualche parte nel nostro cervello? In generale, l'estetica della gioia tende a funzionare indipendentemente dal fatto che tu ne sia consapevole o meno. Le persone possono ripetere tutto il giorno che amano i mobili appuntiti e spigolosi delle loro case, e questo può essere vero. Ma solo perché li apprezzano e pensano che siano belli non significa che alcuni meccanismi non si attivino nel loro cervello, mettendoli a disagio. Il mio consiglio è di arricchire la vostra vita con forme estetiche gioiose a un livello più profondo e universale, per portare ciò che spesso manca in un ambiente costruito.”

— Ingrid Fetell Lee

Colore e Benessere

Il colore può influire non solo sul nostro umore, ma anche sul nostro benessere generale. A partire dal 2014 i confini tra vita e lavoro hanno iniziato a essere sempre più sfumati. Una rivoluzione digitale stava influenzando il mondo intero, ma soprattutto il modo di lavorare e i luoghi destinati al lavoro.

2014 Lancio della collezione Kinesit2014 Lancio della collezione Kinesit
2014 Lancio della collezione Kinesit

L'ufficio non era più rappresentato da uno spazio statico o un luogo verso cui dirigersi, ma piuttosto dagli strumenti digitali che ognuno porta con sé. L'ufficio poteva essere dovunque si trovassero i nostri computer portatili o i nostri smartphone: a casa, in aeroporto, in un ristorante o in spiaggia. E anche lo spazio dei nostri uffici stava cambiando, diventando più colorato, meno funzionale, più intuitivo ed empatico.

Kinesit Kinesit

In sintonia con questi cambiamenti, in Arper abbiamo dato il via a ciò che chiamiamo Soft Tech: innovazione e tecnologia al servizio del corpo e della mente, non tecnologia fine a se stessa. Abbiamo iniziato a riconoscere che la qualità dei nostri spazi ha un impatto su ogni cosa: dalla salute alla produttività, fino ad arrivare alla creatività e alla collaborazione. E che la qualità dei nostri spazi è definita non solo dal materiale e dall'architettura, ma anche dal colore.

© Constantin Meyer© Constantin Meyer
© Constantin Meyer

È stato questo l’approccio che ha ispirato Kinesit. Creata pensando ai nuovi uffici e al nostro nuovo modo di lavorare, Kinesit presenta colori forti ed essenziali, ma scelti dopo un’attenta analisi (la sua palette è stata successivamente ripresa nel nostro stand per Orgatec nel 2014 e per Milano Work nel 2017). Questa palette esplora e combina le sfumature dei colori primari in un ambiente brillante e luminoso, per creare un’atmosfera gioiosa ma sofisticata. Progettata per un ambiente tradizionalmente dominato dal grigio e dal nero, Kinesit ha offerto una palette alternativa essenziale, leggera e fresca incentrata sul benessere del corpo e della mente.

Kinesit in differenti spazi ufficio, © Marco Covi | Gerhardt Kellermann | Salva LopezKinesit in differenti spazi ufficio, © Marco Covi | Gerhardt Kellermann | Salva Lopez
Kinesit in differenti spazi ufficio, © Marco Covi | Gerhardt Kellermann | Salva Lopez

L’interazione tra corpo e mente è stato il punto di partenza anche nella progettazione di Cila, nel 2017. Ispirata dall’immagine degli abiti in tessuto, la morbida silhouette di Cila svela la propria personalità nella particolarità delle curve, evocando una primordiale immagine di rifugio. Come quando ci si sente protetti, abbracciati.

Cila è stata lanciata nel 2017 © Salva LopezCila è stata lanciata nel 2017 © Salva Lopez
Cila è stata lanciata nel 2017 © Salva Lopez

I colori del guscio in materiale plastico si ispirano ai toni dell'argilla e della pelle – terrosi, fluidi, caldi, organici – e sono stati successivamente utilizzati per rappresentare il concetto di Intuizione negli stand di Arper del 2018. La palette di Cila veniva valorizzata da materiali che avevano in sé qualità tattili: pelle naturale, morbida lana, materiali plastici, finiture in ghisa di un nero tenue per la base.

Color Inspiration moodboards © Lievore AltherrColor Inspiration moodboards © Lievore Altherr
Color Inspiration moodboards © Lievore Altherr

In Cila, colore e forma si traducono in un’idea di benessere – qui espressa come un lento gesto che avvolge in un pesante strato di feltro, un gesto che si ispira alle sculture di Josef Beuys.

Cila e Cila Go in location ©Iris Humm, Salva Lopez, Altherr Désile ParkCila e Cila Go in location ©Iris Humm, Salva Lopez, Altherr Désile Park
Cila e Cila Go in location ©Iris Humm, Salva Lopez, Altherr Désile Park

“Si dice — e noi lo abbiamo appreso o ce ne siamo convinti — che il nostro rapporto con ciò che ci circonda è al rovescio. Quello che esprimiamo di noi stessi dovrebbe lasciare il segno nel nostro ambiente. E non è in discussione la relazione inversa, che dal mio punto di vista è quella più rilevante. Ciò che ci circonda influenza il nostro benessere attraverso i nostri sensi.”

— Ingrid Fetell Lee

Colore e Materiali

I materiali sono strettamente correlati al colore e, in alcuni casi, il colore diventa parte integrante del materiale. Il colore è modulato dalle qualità del materiale: dalla sua consistenza – opaca, setosa, lucida, ruvida, dal colore naturale del materiale di base e da come cambia nel tempo. Le sottili differenze di sfumatura sono una fonte inesauribile di ispirazione.

Arper ha iniziato a esplorare le intrinseche variazioni di colore legate alla materia nel 2012 con Saya, la prima sedia in legno progettata da Lievore Altherr Molina, e successivamente nel 2013 con Aava, firmata Antti Kotilainen. Saya nasce come alternativa alle plastiche sintetiche, immutabili e di lunga durata. I designer hanno voluto sottolineare che un materiale naturale come il legno è vivo; nel tempo, la sua palette diventa espressione di questa vitalità, del suo invecchiamento e della sfumatura che acquisisce nel tempo.

© Marco Covi© Marco Covi
© Marco Covi

“L'ispirazione [per Saya] è venuta da un viaggio in Giappone, durante il quale ho fatto visita a un produttore di contenitori per il tè in acciaio, rame e ottone" spiega Jeannette Altherr di Lievore Altherr Molina. “Le lastre di metallo non venivano impermeabilizzate, quindi il contatto con le mani e il loro utilizzo prolungato gli donavano una patina di ossidazione unica. Il legno ha una qualità simile e vitale. Rappresenta il tempo.”

© Marco Covi, Salva Lopez© Marco Covi, Salva Lopez
© Marco Covi, Salva Lopez

Con Saya, i designer hanno scelto una palette di vernici naturali con finitura a poro aperto. Colore e materiale si sono fusi: "Abbiamo scelto sfumature naturalmente presenti nel legno, da un tono molto chiaro, sbiancato, a un marrone bruciato, fino a un bruno molto scuro, quasi nero, simile al colore del carbone", spiega Altherr. “Abbiamo incluso in questa collezione anche tre diverse tonalità di rosso, un colore che rievoca la vita, proprio come il legno, e che in effetti è spesso usato sul legno in Giappone. Abbiamo immaginato che un colore potesse interpretare un pezzo unico e diversi colori insieme potessero dare vita a uno schema ritmico.”

© Salva Lopez | Illustrazione: Pol Montserrat© Salva Lopez | Illustrazione: Pol Montserrat
© Salva Lopez | Illustrazione: Pol Montserrat

Come le collezioni in legno di Arper lasciano che la materia liberi colori naturali nel tempo, la palette delle collezioni Arcos e Stacy, di ispirazione architettonica, valorizza la qualità dei materiali. Con Arcos, i designer Lievore Altherr hanno messo insieme una forma classica ripetuta e finiture moderne, caratterizzate da materiali dalla forte presenza scenica: i colori del velluto sono intensi, come il marmo nero, il verde scuro, il blu inchiostro, il ruggine e l’ocra. La designer Jeannette Altherr spiega:

“Una cura particolare è stata dedicata ai colori. L’ispirazione viene dalla casa di Corbero, vicino a Barcellona. Abbiamo immaginato che ciascun pezzo della collezione fosse di un solo colore, come se un'ombra lo avvolgesse. Abbiamo scelto colori eleganti, scuri e vellutati sia nel rivestimento che nella laccatura opaca del metallo, come se il pezzo fosse realizzato in un unico materiale. L’intensa palette di colori forma un contrasto grafico ancora più suggestivo a ridosso di pareti bianche, evocando ancora una volta la nostra fonte di ispirazione: la casa di Corbero e il potente archetipo visivo della geometria. ”

© Salva Lopez© Salva Lopez
© Salva Lopez

Discreta e raffinata, la moderna sedia impilabile Stacy è stata progettata con colori ispirati ai materiali nobili dell'architettura: mattoni, ruggine, ghisa, acciaio nero, arenaria e gesso. La scelta di questi colori ha segnato una forte relazione tra colore e materia.

“Le sedie impilabili devono essere molto leggere perché spesso vengono spostate. Le più leggere sono realizzate in plastica. Abbiamo osservato che la maggior parte delle sedie impilabili sono disponibili in colori piuttosto vivaci e brillanti, forse perché i grandi spazi comunitari in cui vengono tipicamente usate sono spesso realizzati con materiali spartani di facile manutenzione, come mattoni, intonaco bianco o compensato. Spesso questi spazi non sono molto belli e i colori sono un modo per renderli più allegri. Ma sono poche le sedie colorate in materiale plastico leggero, adatte a essere utilizzate in spazi di qualità. Ecco perchè abbiamo sviluppato questi colori: per dare a questa collezione una personalità più forte.”

— Lievore Altherr

© Zinc | Thomas Mellbye / Scheltens & Abbenes© Zinc | Thomas Mellbye / Scheltens & Abbenes
© Zinc | Thomas Mellbye / Scheltens & Abbenes
© Marco Covi | Iris Humm© Marco Covi | Iris Humm
© Marco Covi | Iris Humm

Colore e Natura

Mentre le collezioni Arcos e Stacy utilizzano il colore per sostenere la scelta dei materiali, Arper si è interessata anche alla matericità del colore stesso, nella collaborazione con Jennifer Brooke. Brooke è una professionista del mondo del design e una ricercatrice che studia e crea con i pigmenti naturali che si trovano nella terra. Nel suo studio esamina i colori che si trovano letteralmente sotto i suoi piedi. Perfeziona questi pigmenti naturali mescolandoli con acquerelli, gesso e materiali artistici per comprendere come si comporta la materia-colore e qual è la sua relazione con il luogo da cui ha origine.

 

“Quando ho iniziato a lavorare con materiali per artisti, come i pigmenti, e ne ho ricavato acquerelli o pastelli o gessetti, ho scoperto che ogni pigmento si comportava in modo diverso: alcuni sono burrosi e vellutati ed è una gioia lavorarci, altri richiedono più tempo per rivelarsi" ha spiegato Brooke. “Hanno corpo e personalità. Ripensando alla provocazione di Arper che il colore dà personalità: il colore è personalità.”

© Jennifer Brooke© Jennifer Brooke
© Jennifer Brooke

Il lavoro di Brooke evidenzia come il colore si comporti in qualità di materiale, ma solleva anche domande su come designer e produttori potrebbero utilizzare colori naturali per promuovere un design sostenibile. "La maggior parte delle persone, quando parla del colore della terra, pensa ai toni della terra e questi toni hanno una connotazione molto specifica: si tratta tipicamente di sfumature di marrone" spiega Brook. “Ma io lo so – perché ho della terra nel mio studio – che i toni della terra hanno un'incredibile gamma di colori, dal rosa al giallo, dal blu al verde. Siamo letteralmente in piedi su una sfera che ruota, dai colori intensi e affascinanti.”

© Jennifer Brooke© Jennifer Brooke
© Jennifer Brooke

Mentre il lavoro di Brooke letteralmente punta a estrarre il colore dal paesaggio, Arper ha iniziato a interessarsi del legame tra colore e natura in un modo diverso: mettendo in evidenza il legame con la terra attraverso il colore e la matericità di ogni progetto. Con Adell, progettato da Lievore + Altherr Désile Park nel 2020, la selezione di colori rispecchia l'impegno a favore della natura, con un mix di colori e materiali diversi.

© Altherr Désile Park© Altherr Désile Park
© Altherr Désile Park

“Non potevamo immaginare questa forma organica e questa palpabile ispirazione naturale in associazione a colori artificiali come il bianco ottico o colori luminosi e tecnici", spiega la designer Jeannette Altherr. “Abbiamo sviluppato una gamma di tonalità tenui, ispirate a materiali naturali come il legno e le foglie. Anche i colori di base, come il bianco e il nero, non sono colori puramente grafici, ma una versione più delicata: nero grafite e avorio.”

© Altherr Désile Park© Altherr Désile Park
© Altherr Désile Park

Mentre ci ispiriamo alla natura nello studio del colore, prestiamo attenzione anche ai nostri processi produttivi per tutelare il mondo naturale. Adell è realizzata con plastica riciclata post-industriale. Grazie al suo materiale, le sue linee morbide ricordano un ciottolo, la sua texture rievoca il motivo concentrico degli anelli del tronco di un albero e richiama la piacevolezza tattile del mondo naturale, la semplicità e la bellezza della natura. In qualità di produttori e di persone che partecipano alla vita della comunità, crediamo che il design debba ridurre gli impatti negativi sul pianeta.

© Frederik Vercruysse | Salva Lopez© Frederik Vercruysse | Salva Lopez
© Frederik Vercruysse | Salva Lopez

Come sempre, il colore è sia un racconto dei materiali che utilizziamo sia uno specchio del tempo che viviamo. Con Adell, e le collezioni presentate nel 2021, Arper sta esplorando non solo le modalità con cui il colore può essere utilizzato come elemento di design, ma anche le modalità con cui il design può diventare sostenibile mentre esplora il futuro del colore.

© Frederik Vercruysse | Salva Lopez© Frederik Vercruysse | Salva Lopez
© Frederik Vercruysse | Salva Lopez

Colore e Sostenibilità

Per Arper ciò che viene prodotto è sempre stato importante quanto il modo in cui viene prodotto. Non è sufficiente che gli oggetti siano belli: devono anche essere realizzati tenendo conto del loro impatto ambientale e sociale. Per Arper, la sostenibilità in ogni aspetto del design, dall'approvvigionamento dei materiali ai processi produttivi, fino ad arrivare all'uso del colore, non è una considerazione secondaria, ma piuttosto un elemento fondamentale nella creazione di ogni collezione.

 

“Come imprese abbiamo una responsabilità sociale, anche in termini di sostenibilità ambientale, che non possiamo trascurare.”, spiega il Presidente di Arper Claudio Feltrin. “Nel 2005 abbiamo creato un team interno all’azienda, che, da allora, si occupa di sostenibilità. Siamo una realtà che produce, di conseguenza ci siamo focalizzati sugli aspetti che impattano maggiormente sull’ecosistema, dalla selezione dei materiali ai processi produttivi fino alla gestione del fine vita del prodotto utilizzando come “strumenti” standard ambientali di sistema e di prodotto riconosciuti a livello internazionale. Quali strumenti? Questi strumenti sono diventati le nostre linee guida e sono entrati stabilmente nei nostri processi perché siamo consapevoli che la sostenibilità è un percorso che richiede impegno e attenzione costanti nel tempo.”

La maggior parte dei processi cromatici che alterano il colore naturale di un materiale ha un effetto profondamente negativo sull'ambiente. I trattamenti del colore dei tessuti, come lo sbiancamento e la tintura, incidono per il 20% sull'inquinamento complessivo delle acque dolci.

 

I coloranti vegetali naturali forniscono un'alternativa più ecologica rispetto ai coloranti chimici, perché non contengono agenti inquinanti. Tuttavia non permettono di ottenere un colore che resiste ai lavaggi, come richiede il mercato contract.<br /> <br /> Come può allora il design contribuire a risolvere la dialettica tra colore e sostenibilità? Quale ruolo possono avere i designer nell’evoluzione dei i nostri standard estetici? Claudio Feltrin, Presidente di Arper, ritiene che i programmi di sviluppo del design possano portare a soluzioni anche in questo senso: “Il design può esplorare modi di innovare e ridefinire nuovi valori estetici per rendere ‘bello’ e ‘desiderabile’ ciò che è ‘buono’ per l’ambiente e le persone.”

© Salva Lopez© Salva Lopez
© Salva Lopez

Oltre a offrire finiture di tessuti personalizzabili in una miriade di nuance, Arper ha iniziato a considerare il colore in modo nuovo. Con la collezione Kata 2021, lo studio Altherr Désile Park ha esplorato nuove possibilità per una produzione sostenibile.

© Salva Lopez© Salva Lopez
© Salva Lopez

Creando un cuscino prodotto in maglia 3D e realizzato in poliestere riciclato, gli scarti tessili si sono ridotti complessivamente dal 30% al 50%. Inoltre, i processi di tintura chimica sono stati ridimensionati, incorporando trama e motivo nella maglia 3D e creando due diversi motivi che ne ravvivano la superficie con luci e ombre create da forme grafiche in rilievo.

© Salva Lopez© Salva Lopez
© Salva Lopez

“Da un lato abbiamo esplorato soluzioni diverse per dare vita ad uno spazio, soluzioni che non si limitassero solo ad accostamenti di colore", spiega la designer Jeannette Altherr dello studio Altherr Désile Park. “Per la nuova collezione Kata abbiamo sviluppato quattro colori naturali: carbone e lino, che non utilizzano coloranti aggiuntivi, grano e acqua. La nostra percezione è stata che la necessità di utilizzare colori vividi veniva meno, trovando altri modi per rendere una superficie interessante. Il colore può quindi essere usato solo su piccole superfici, per esempio su un cuscino.”

© Salva Lopez© Salva Lopez
© Salva Lopez

Un'altra possibile soluzione progettuale è riconsiderare il modo in cui vediamo la patina e l'impatto del tempo sul colore, per ampliare il vocabolario del design relativamente ai processi di colorazione. "Un paio di jeans ben consumati ha un fascino che un nuovo paio non ha", spiega Altherr. “I collezionisti sono particolarmente attratti dalle superfici dei mobili usati. Un segno di riparazione, come quelli prodotti dalla tecnica Kintsugi per aggiustare le ceramiche rotte o il progetto di restauro intrapreso da David Chipperfield al Neue Museum di Berlino, può diventare qualcosa di ancora più bello o unico. La domanda rimane: in un mondo sull'orlo di una crisi climatica, come possiamo cambiare i nostri standard estetici per sostenere i nostri sforzi in termini di sostenibilità?”

Un uso sostenibile del colore non significa introdurre limiti alle nostre palette, ma piuttosto aprire le nostre menti all'intero spettro di colori e possibilità che possono derivare dall’adozione di nuove soluzioni di design. Solo così sarà possibile comprendere il vero futuro del colore.

BIG + Icon Build + NASA, Project Olympus, 2020. Project for the first permanent settlement on the surface of the moon. Courtesy of ICON + BIG – Bjarke Ingels Group.BIG + Icon Build + NASA, Project Olympus, 2020. Project for the first permanent settlement on the surface of the moon. Courtesy of ICON + BIG – Bjarke Ingels Group.
BIG + Icon Build + NASA, Project Olympus, 2020. Project for the first permanent settlement on the surface of the moon. Courtesy of ICON + BIG – Bjarke Ingels Group.