
Che cosa ha ispirato la progettazione di Juno 02?
È responsabilità del designer creare prodotti che possano vivere a lungo. Per questa ragione, è importante continuare a migliorare quelli già disegnati, oltre a svilupparne di nuovi. Questo significa modificarne la forma, i materiali o i colori per renderli adatti alle loro varie applicazioni e perché riflettano al meglio i progressi fatti nei materiali e nella tecnologia. Ecco perché abbiamo deciso di ridisegnare la seduta Juno. L’idea era quella di non sviluppare un nuovo prodotto, ma di migliorare un design già esistente usando materiali più sostenibili. Non è un punto di vista meramente ecologico, significa anche lavorare in modo più etico come designer.
Cos’è cambiato nella nuova Juno?
Nel 2020 avevamo già progettato Juno Eco, fatta per il 70% di plastica riciclata post-industriale. Questo materiale ecosostenibile riutilizza gli scarti derivanti dalla lavorazione industriale della plastica e permette di avere anche un grande controllo su qualità, colore e risultato finale. Con Juno 02 non solo abbiamo usato questo materiale più sostenibile, ma abbiamo anche perfezionato gli stampi in modo da ridurre la quantità di plastica necessaria per produrre la sedia. Sotto la seduta ora ci sono dei vuoti nella struttura che permettono a Juno 02 di essere molto più leggera, ma non meno resistente. Inoltre Juno 02 è prodotta in sei nuovi colori ed è progettata per riflettere una relazione più attuale con lo spazio e con l’ambiente naturale.


Come avete selezionato la nuova palette colori?
I nuovi colori sono stati pensati per integrarsi con ambienti più soft, che siano case, hotel, strutture mediche o contesti outdoor. La palette colori propone nuance che si ispirano alla natura, Il color ruggine e tortora richiamano il colore dell’argilla, un materiale naturale che usiamo spesso per le superfici all’interno dei nostri progetti di interior design. Il color salvia è un verde molto particolare, che mi ha colpito osservando le porte degli edifici parigini e che immagino all’interno un palazzo storico del 1800. Il bianco non è un bianco ottico brillante, ma è più morbido e caldo, come l’avorio. Ci sono anche un antracite scuro e un nero. Tutte queste nuance sono completamente diverse dalle versioni che erano già in produzione.


Come sono cambiate le tendenze nei colori da quando Juno è stata lanciata nel 2012?
C’è stato un progressivo spostamento verso la scelta di colori più delicati, più soft. Ci sono alcuni colori che ora, nel 2022, non trovo appropriati per un ufficio o una casa. Per questo abbiamo introdotto tonalità più tenui, che non si impongono, inserendosi piuttosto con delicatezza nello spazio.




In che modo l’uso della plastica post-industriale ha influito sulla matericità di Juno 02?
Juno è rimasta una sedia molto minimalista, ma questa nuova palette mette più in evidenza la sua matericità. I colori e la texture delle superfici non sono piatti, ma hanno un effetto tridimensionale, un risultato che si deve alle proprietà della plastica post-industriale e, in particolare, alle sfumature che abbiamo scelto.




Che cosa fa di Juno 02 una seduta senza tempo?
Juno è stata lanciata per la prima volta nel 2012 ed è ancora attuale. Sin dall’inizio, ci è stato chiesto di disegnare una sedia molto democratica e questo valore è stato preservato. È prodotta con materiali ecosostenibili che proteggono il futuro del nostro pianeta ed è disponibile in una varietà di bellissimi colori, adatti a spazi anche molto diversi. Per questo, riesco a immaginarla in una residenza storica privata, in un appartamento in Svezia, in un ristorante, in un museo, in un giardino o all’interno di un ospedale. È davvero un prodotto universale. Disegnare un prodotto senza tempo è più ambizioso che progettare tradizionalmente. Significa cercare il giusto equilibrio di materiali, colori, manifattura, prezzo finale, forma e credo che Juno abbia davvero i giusti valori per ciascuno di questi elementi. Anche usare colori naturali e materiali sostenibili è imperativo oggi, specialmente per una sedia in plastica. Il design di Juno 02 è l’espressione di tutti questi presupposti.


In che modo Juno 02 espande le possibilità di ricerca sui materiali per Arper?
Arper ha investito anni in Ricerca e Sviluppo per trovare il modo di produrre Juno con soluzioni più sostenibili. Questa nuova edizione dimostra che è possibile passare a materiali più sostenibili senza per questo comprometterne estetica o funzionalità. Al di là di Arper, credo che questa esplorazione sui materiali naturali e sui colori dovrebbe essere fatta per ogni spazio: gli ospedali si caratterizzano per superfici e colori spesso piuttosto freddi. Anche gli uffici avrebbero bisogno di più calore e i materiali potrebbero contribuire a renderli più accoglienti. Come designer credo che la ricerca di materiali naturali e colori più empatici sia importante in tutti quegli ambienti in cui i prodotti hanno un impatto sulla vita delle persone.
Studio Irvine è uno studio di architettura, industrial design e art direction con sede a Milano. Gestito dall’architetto Marialaura Rossiello Irvine, lo studio fu fondato nel 1988 dal designer britannico James Irvine (1958-2013). Negli ultimi 30 anni, la filosofia interdisciplinare perseguita dallo studio denota una costante curiosità verso tutte le tipologie di progetto: dal design di una sedia a quello di una finitura; dalla direzione creativa di aziende a progetti di architettura. Il focus oggi è una ricerca specifica sulla materia che coinvolge l’intero processo di trasformazione: dall’idea alla produzione fino alla strategia di comunicazione.