Abitare il Metaverso e dinamiche di relazione umana

28 August 2022
Inhabiting the Metaverse and the dynamics of human relations

Progettare nel metaverso significa un radicale cambiamento di mentalità, perché i confini degli spazi e le dinamiche delle relazioni sono tutte da creare. Nel retail della moda compaiono i primi esperimenti – a Marzo 2022, la prima Metaverse fashion week sulla piattaforma Decentraland – mentre il settore dell'arredo sperimenta ambientazioni e linguaggi digitali, come Moooi che fa progettare ad Andrés Reisinger la sedia virtuale Hortensia che, per il successo ottenuto, diviene nel 2021 un prodotto reale; oppure gli “artefatti virtuali” New Future Treasure di Cedit Ceramiche, sigillati con NFT. Ma ancora le limitazioni di interazione e di immersività date dal web o dagli smartphone rendono tali sperimentazioni “unidirezionali” alla stregua del video.

 

Progettare nel Metaverso è molto di più. E siamo solo agli inizi. È creare una forma di esperienza collettiva intersecata alla vita “reale” e con un grande potenziale di investimento – ne è testimonianza Metaverse Group, il primo Gruppo immobiliare in questo mondo virtuale. Ne parliamo con Valentina Temporin e a John Volpato, fondatori di Ultra, realtà di Milano, Andrés Reisinger, artista digitale di stanza a Barcellona, tra i più collezionati del momento, che si occupa di design ed esperienze in realtà virtuale, immersiva e metaverso; che ha prestato la sua opera a brand del design tra cui Apple, Bally, Cassina, Kettal, Microsoft, Samsung e Verizon; lo studio di progettazione virtuale Space Popular, attivo tra Bangkok, Spagna e Londra che, alla scorsa Milan Design Week, ha presentato The Global Home, una casa virtuale interattiva; Patrik Schumacher, direttore di Zaha Hadid Architects, che ha recentemente aperto Liberland, una città nel metaverso per esplorare spazi con dinamiche e regole alternative.

Deotto Lovecchio & Partners, Metaverse, realizzazione di uno scenario per meeting e convegni su piattaforma Spatial.io. Courtesy of UltraDeotto Lovecchio & Partners, Metaverse, realizzazione di uno scenario per meeting e convegni su piattaforma Spatial.io. Courtesy of Ultra
Deotto Lovecchio & Partners, Metaverse, realizzazione di uno scenario per meeting e convegni su piattaforma Spatial.io. Courtesy of Ultra

Valentina Temporin e John Volpato, ULTRA - Creare nel metaverso attraverso diversi presupposti

“Come nella 'realtà fisica' la persona e i suoi spostamenti/interazioni nello spazio sono al centro del progetto, così per la realtà virtuale, ma qui si focalizza sulle dinamiche e le modalità di fruizione dell’avatar nel mondo digitale tridimensionale, che segue nuovi vincoli e gradi di libertà. In questo momento reale e virtuale vengono letti come livelli sovrapposti ma, nonostante qualche limitazione a livello tecnico, c'è un passaggio in tempo reale tra i mondi stessi. L'interconnessione è infatti ciò che ci affascina di più e che cerchiamo di integrare, ad esempio, facendo in modo che un’attività di utenti nel mondo fisico si ripercuota sul metaverso e viceversa. Le tecnologie XR e le piattaforme metaverso sono infatti livelli di espansione della realtà fisica, capaci di trasmettere contenuti ed emozioni in modo inedito”.

Ultra: MEET Metaverse, realizzazione della sede del Centro di Cultura Digitale di Milano all’interno della piattaforma Spatial.ioUltra: MEET Metaverse, realizzazione della sede del Centro di Cultura Digitale di Milano all’interno della piattaforma Spatial.io
Ultra: MEET Metaverse, realizzazione della sede del Centro di Cultura Digitale di Milano all’interno della piattaforma Spatial.io

“Nell’ambito del retail, gli showroom virtuali hanno mostrato grandi potenzialità anche se il mezzo ancora prevale sul contenuto, ovvero la tecnologia viene utilizzata principalmente per il suo hype tecnologico più che per aiutare il cliente ad acquisire maggiore consapevolezza sui prodotti o a provare sensazioni che diversamente non potrebbe provare. Va detto che le esperienze sul web hanno ancora importanti limiti tecnologici e di interazione, legati principalmente ai dispositivi. La commistione dinamica tra fisico e virtuale è un'evoluzione da esplorare che arricchirà le modalità di relazione tra le persone. E l'interazione umana attraverso gli avatar è il perno su cui tutto deve ruotare. Per questi motivi, nei nostri scenari immersivi multiutente, proponiamo la presenza di una guida esperta che accompagni gli ospiti nello scenario virtuale”.

The Hortensia armchair di Andrés Reisinger & Júlia Esqué per Moooi.The Hortensia armchair di Andrés Reisinger & Júlia Esqué per Moooi.
The Hortensia armchair di Andrés Reisinger & Júlia Esqué per Moooi.

Andrés Reisinger e la progettazione di un multiverso

“Quando progetti per il metaverso devi abituarti all'idea che i confini delle tue creazioni sono stabiliti da te. Non è una semplice mentalità da instillare. VR e AR sono sempre più connesse nell'esperienza tra reale e virtuale. Pertanto, a breve termine, vedo sempre più connessione/commistione di esperienze. Non credo che il virtuale sia un'esperienza non 'reale', è solo un'esperienza in più: un'estensione del nostro mondo fisico. Il digitale e il tangibile sono troppo diversi per potersi sostituire l'un l'altro, ma credo che continueranno a lavorare insieme per migliorare le nostre vite. Queste tecnologie sono sempre più applicate al retail, ma ancora poco interattive. Nel futuro ci sarà un multiverso, il che significa che metaversi diversi coesisteranno e le persone salteranno facilmente dall'uno all'altro. Ci vorrà un po' di tempo e fatica”.

Lara Lesmes e Fredrik Hellberg, Space Popular - Venn Room e internet immersivi

“Venn Room” è termine coniato da Space Popular nel 2019 per descrivere ambienti domestici virtualmente sovrapposti, ovvero in una matrice di stanze collegate tra loro. Si tratta dell'esperienza immersiva di eventi “quotidiani”, all'interno dello stesso ambiente, da parte di una piccola comunità di avatar. Le regole della fisica sono tutte riscritte: i corpi degli avatar determinano quali porte attraversare, di quali dimensioni devono essere gli arredi o quanto in alto può arrivare un passo. Le dimensioni e la disposizione delle case determinano dove si può stare in piedi, sedersi o camminare. Sono progetti condivisi  in mutazione e co-decorati, in cui stare insieme, giocare e perfino guardare film. Sono spazi di co-gestiti da piccole comunità che sostengono anche i server in cui l'ambiente è ospitato. Space Popular ne ha mostrato il funzionamento nel progetto The Global Home al MEET durante la Milan Design Week. "Preferiamo chiamare il metaverso ‘internet immersivo’”, spiegano Lesmes e Hellberg. “Con questo in mente, forse non è così difficile immaginare come abiteremo una versione tridimensionale del web. Lo stare insieme a distanza è al centro di ciò che i media immersivi consentiranno”.

Patrik Schumacher, Zaha Hadid Architects - Il metaverso come opportunità per gli architetti

Liberland è una piattaforma immersiva 3D per aziende e professionisti, nata nel 2022 e sviluppata da Mytaverse con il design di Zaha Hadid Architects. È una “micro-nazione libertaria”, da un lato indipendente, dall'altro cooperativa all'interno del fiorente settore del web 3.0, ovvero il metaverso per gli sviluppatori e l'ecosistema crittografico in generale. Già nota in questi network, Liberland ha creato un seguito di oltre 600mila cittadini. In Liberland i lotti di terreno saranno venduti attraverso accordi e regole di pianificazione urbana: un nucleo urbano centrale, circondato da distretti in cui si incoraggia l'autogestione e infine zone esenti da pianificazione urbana, per favorire forme spontanee di aggregazione. Principale fautore di Liberland è Patrik Schumacher, direttore dello studio Zaha Hadid. “Prevediamo che lo sviluppo del metaverso aumenterà il 'parametricismo'”, commenta Schumacher, ovvero una progettazione in cui le caratteristiche dell'ambiente sono modellate secondo processi algoritmici. “I vantaggi di tali ambienti virtuali sono l'accessibilità globale e la loro malleabilità adattativa”.

Render di Liberland Metaverse, courtesy of Zaha Hadid ArchitectsRender di Liberland Metaverse, courtesy of Zaha Hadid Architects
Render di Liberland Metaverse, courtesy of Zaha Hadid Architects

“Per noi il metaverso”, continua Schumacher, “non è né un videogioco né una finzione, quanto una piattaforma aperta, basata sulla libera circolazione di informazioni, tecnologie e innovazione open source. Tanto nella realtà quanto nel mondo virtuale, questo spazio coinvolge le tre parti del progetto architettonico della mia teoria dell'architettura: il progetto organizzativo, il progetto fenomenologico e il progetto semiologico. Nel contesto del metaverso devo aggiungere il progetto drammaturgico, che rappresenta l'interaction design: ovvero, lo sviluppo di un linguaggio spazio-visivo con elevate capacità comunicative, per creare ambienti ricchi di informazioni navigabili e leggibili a più livelli attraverso interazioni sociali, obiettivi e fruitori. Tutte le organizzazioni – aziende, istituzioni culturali, enti di beneficenza ecc. – ospiteranno spazi virtuali nel metaverso. Così come i nostri ambienti fisici urbani e architettonici si trasformeranno e diventeranno interfacce con questi mondi virtuali. Prevedo una realtà mista e una fusione cyber-urbana”.