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Quando l’ambiente di lavoro asseconda le sensazioni

21 November 2021
Quando l’ambiente di lavoro asseconda le sensazioni

La percezione dello spazio è multisensoriale. Coinvolge tutti i sensi. In un momento di riprogettazione degli uffici verso spazi di lavoro ibrido, sempre più in condivisione ci interroghiamo su quali sono gli gli elementi dell'ambiente che favoriscono il benessere fisico di chi li vive, perché il benessere è una questione di armonia: di convergenza tra le caratteristiche fisiche dello spazio e le sensazioni che ci aspettiamo di vivere. Ne parliamo con Davide Ruzzon, direttore del dipartimento Tuned di Lombardini22 e responsabile scientifico del master NAAD, Neuroscience Applied to Architectural Design, dell'Università IUAV di Venezia. E parliamo di design e benessere acustico: limiti e possibilità nel riallestimento di uno spazio di lavoro.

Davide Ruzzon, direttore di Tuned (Lombardini22) e del master NAAD dell'Università IUAV di Venezia. A lato, schema di composizioni spaziali in base alle attivitàDavide Ruzzon, direttore di Tuned (Lombardini22) e del master NAAD dell'Università IUAV di Venezia. A lato, schema di composizioni spaziali in base alle attività
Davide Ruzzon, direttore di Tuned (Lombardini22) e del master NAAD dell'Università IUAV di Venezia. A lato, schema di composizioni spaziali in base alle attività.

“Ogni giunto del nostro corpo”, esordisce Ruzzon, “percepisce lo spazio fisico che navighiamo. Non avendo radici, gli esseri umani percepiscono lo spazio con i tendini, con i muscoli delle spalle, con il sistema scheletrico. Pertanto, quando uno spazio non è disegnato per entrare in sintonia con le attese degli utenti, questa discrasia produce una fatica mentale e fisica per adattare il nostro sistema a un ambiente inadatto. Sono tutte energie sottratte alla socializzazione o alle performance specifiche per le quali l'ufficio è concepito. Non ultimo, la cronicità di questo sforzo di adattamento produce, come è noto, stress. Tutti i fattori del progetto entrano in gioco in modo sinfonico per evitare tutto questo. La variabilità delle atmosfere – dall'ingresso alle sale meeting, dai box alle aree condivise o per il relax – come delle attese emotive degli utenti, è un tratto imprescindibile di un buon progetto. Molto più frequentemente, purtroppo, dominano metriche tipiche di una modernità funzionalista vecchia di un secolo, oppure spazi concepiti come se dovessero rispecchiare le attese emotive dell'architetto e non delle persone che spenderanno anni della propria vita all'interno di quei luoghi”.

Wavespace EY, Roma, progetto di interior design DEGW e TUNED (Lombardini22), foto: Cortili PhotoWavespace EY, Roma, progetto di interior design DEGW e TUNED (Lombardini22), foto: Cortili Photo
Wavespace EY, Roma, progetto di interior design DEGW e TUNED (Lombardini22), foto: Cortili Photo

Il benessere psicofisico di uno spazio di lavoro è misurabile oggettivamente. “Possiamo misurare in modo comparativo il cambiamento dei livelli di stress e di altri parametri psicologici e fisiologici fino a quelli cerebrali, come ad esempio la capacità di focus attentivo o la propensione cooperativa. Quando si tratti di modificare un ufficio esistente, costruendo un quadro di analisi con test e/o esperimenti prima di intervenire, siamo in grado di misurare nella condizione post intervento lo scostamento tra i parametri pre e post”.

 

Ma come affrontare le problematiche di ambienti di lavoro ibridi e concepiti per esigenze di condivisione che richiedono flessibilità?

“L'ufficio sarà un hub polifunzionale. La convivenza di attività e profili diversi di utenti nello stesso spazio richiede il controllo del carico acustico. Si possono creare isole sonore che imprigionano al loro interno il parlato con rivestimenti, ombrelli, e filtri. Però, è fondamentale la dislocazione intelligente dei nuclei di interazione – a partire da un'analisi del carico acustico dell'attività e dal corretto dimensionamento dello spazio. Allo stesso modo del comfort acustico, possiamo prenderci cura di tutti gli altri aspetti. Ma in modo organico: dentro un quadro coerente, dove ogni parametro agisca per rendere quell'attività, quella stanza, un luogo adatto in quanto armonico con la sensazione fisiologica che ci aspettiamo di vivere”.

Talan Towers Executive Hub, arredato con Cuschions, Dizzie, Kiik, Pix e il separé fonoassorbente, ParavanTalan Towers Executive Hub, arredato con Cuschions, Dizzie, Kiik, Pix e il separé fonoassorbente, Paravan
Talan Towers Executive Hub, arredato con Cuschions, Dizzie, Kiik, Pix e il separé fonoassorbente, Paravan - © Sergey Volokitin

In un ambiente di lavoro in cui sono contemporaneamente presenti più persone, l’elemento di disturbo più frequente è il brusio, più o meno elevato. In un circolo vizioso, il rumore di fondo porta ad aumentare il volume delle conversazioni e genera disagio comunicativo, che causa deconcentrazione e stress, a loro volta fattori che si ripercuotono sulla produttività e sulla salute generale delle persone. L’arredo può contribuire al miglioramento del comfort acustico dell'ufficio, ma da solo non basta. Separè o pannelli con prestazioni di fonoassorbenza sono sicuramente utili per migliorare la sensazione di privacy o il comfort acustico,  ma, pur eccellenti nelle caratteristiche dei materiali, devono rapportarsi alle infrastrutture architettoniche, da cui dipendono la trasmissione, il riverbero e l’isolamento del suono, sia quello prodotto all'interno dell'ufficio sia quello indotto, come i rumori dall'esterno. La capacità di trasmissione o di isolamento rispetto a certe frequenze di suoni dipende principalmente dai materiali edili. Pareti, soffitti e pavimenti devono essere in grado di assorbire l'energia sonora e il riverbero, ovvero il tempo che il suono si mantiene nell'aria, per consentire comfort acustico e qualità della conversazione.

Set Studio a Los Angeles, arredato con la sedia Catifa 53 e i pannelli fonoassorbenti ParentesitSet Studio a Los Angeles, arredato con la sedia Catifa 53 e i pannelli fonoassorbenti Parentesit
Set Studio a Los Angeles, arredato con la sedia Catifa 53 e i pannelli fonoassorbenti Parentesi

Riprogettare uffici sempre più pubblici, ma con meno persone compresenti, e ambienti da adattare ad attività. In una parola: flessibilità. Ma questa, più che di arredi che ne sono la conseguenza, dipende dalla rilettura delle azioni quotidiane, e dall’analisi dei bisogni che le contraddistinguono. Ripensare, ad esempio, agli spazi dedicati alla video-conferenze: trovare un equilibrio tra spazi sigillati – perché basta una fessura perché il suono passi – e strumenti di assorbimento acustico, quali i pannelli che abbassano il livello sonoro e il tempo di riverbero consentendo, soprattutto alla persona in remoto, di sentire meglio. Arredi fonoassorbenti, come pannelli decorativi, insieme a tendaggi o tessuti fonoassorbenti da appendere possono essere una soluzione, se abbinati a pavimenti meno rigidi e a prodotti da soffitto per l'edilizia – da progettare con uno studio di ingegneria acustica.