Design Stories

Conversazione con Ichiro Iwasaki

03 January 2011
Conversazione con Ichiro Iwasaki

In occasione della recente collaborazione con Arper, il designer giapponese Ichiro Iwasaki interpreta ed estende la filosofia e i concetti di design dell’azienda per progettare un sistema di pouf chiamato Pix. I Pix creano un ambiente vivace e al contempo equilibrato, basato su colore, dimensione, disposizione degli elementi nello spazio.

 


Alcune riflessioni di Iwasaki sul design:

 

Sulla creatività: “Credo che dovremmo costruire coscientemente delle condizioni creative in cui cercare senza voler necessariamente produrre soluzioni. Osservando onestamente le reazioni all’interno di noi stessi e continuando a interrogarci con sincerità, penso che potremmo finalmente cogliere qualcosa di profondo che trascende la semplice conoscenza o esperienza”.

 


Sulla saggezza: “Siamo apparentemente convinti che raccogliere molte informazioni, processarle immediatamente e ammassarle nella nostra testa sia la cosa più importante. Ma c’è un problema. Ciò di cui abbiamo bisogno non è la conoscenza, ma la saggezza. Quello che importa non è quante informazioni abbiamo, ma come affrontiamo i problemi”.

 


Sull’equilibrio: “I tempi sono cambiati. È finita l’era in cui le cose potevano essere fatte incessantemente e con facilità. Generalizzando: è perché stiamo attraversando un periodo di transizione della civiltà che dobbiamo mantenere un equilibrio tra intelligenza e sensibilità”.

 


Sull’etica: “È importante valorizzare l’etica e la sensibilità rispetto alla logica. È importante per i designer pensare e dedicarsi a queste cose”.

 


Sul pensiero: “Sarei felice se i designer potessero sentire invece di pensare. Se sei in grado di sentire le cose, puoi acquisire il potenziale per migliorare te stesso”.

 


Sull’interrogarsi: “Non cerco risposte a domande come “Cos’è il design?” e “Cosa dovrei fare?”. Credo che interrogarsi sia il design. La cosa più importante è affrontare gli interrogativi con sincerità”.

 


Sul tempo: “Non è giusto fare una padella che può essere usata 10, 20 o addirittura 30 anni in una settimana o due; non può essere fatta così facilmente. Credo che il tempo speso a progettare un prodotto e la sua longevità dovrebbero essere in qualche modo proporzionali”.

 


Sul caos: “I giapponesi tendono a intendere il caos in senso negativo: uno stato in cui nulla è organizzato, un indesiderabile stato di confusione, o uno stato di incompiutezza. Mi sono opposto a lungo all’accettazione di uno stato caotico dentro di me, ma un giorno ho capito che forzare le soluzioni dei problemi non ha alcun senso. Quasi contraddittoriamente, ciò mi ha permesso di vedere cose che prima non riuscivo a vedere, ha organizzato i miei pensieri e mi ha avvicinato alle soluzioni”.